Pisa – Scuola di partecipazione IRIS

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21 Giugno 2014

 

 

 

Come avevamo progettato con i giovani, con il secondo anno la nostra intenzione era quella di guardare di più alla città, alle sue risorse e alle sue problematiche.
Infatti dopo un’interessante lezione con Letizia de Torre su “potere, autorità e sovranità” che attraverso lo studio dell’ordinamento dello stato ci ha presentato il sistema della rappresentanza, siamo passati ad una serie di lezioni in cui approfondire le tematiche, le risorse, le problematicità della città.

E lo abbiamo fatto con il prof Francesco dal Canto, docente alla facoltà di legge, sull’ordinamento delle autonomie locali per passare poi attraverso la collaborazione di due ex assessori, nel vivo degli argomenti con lo studio del bilancio comunale insieme a Giovanni Viale e ai bisogni sociali di una città con Maria Paola Ciccone che ci ha anche mostrato come individuarli e come rispondervi, almeno come Istituzione.

Un appuntamento molto importante è stato poi quello che abbiamo avuto con don Morelli, responsabile diocesano della Caritas che ci ha portato nella sede della Cittadella della Solidarietà nata per rispondere ai sempre più pressanti bisogni economici e non solo di tante famiglie del territorio.

Ma non è mancato neanche l’apporto e la funzione del terzo settore attraverso la lezione di Emiliano Manfredonia dirigente nazionale delle Acli, che ci ha anche voluto raccontare la sua personale esperienza di cristiano che cerca di andare controcorrente nel mondo del lavoro e dell’economia.

Il momento culmine del nostro secondo anno è stato comunque quando, invitato da un giovane della scuola, è venuto il prof. Zamagni che con la sua magistrale lezione ci ha fatto cogliere la bellezza dell’impegno ridandoci un rinnovato entusiasmo.

E’ partito dal titolo che gli avevamo proposto. “dall’homo economicus all’homo reciprocans” per poi spaziare a 360 gradi donandoci una visione “profetica” della società fino ad invitarci a leggere e a studiare il “regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani” che anche lui ha contribuito a redarre nel Comune di Bologna.

In quell’occasione era presente alla lezione anche il sindaco di Pisa al quale il prof. Zamagni ha rivolto l’invito a lavorare con noi per portare avanti anche qui quell’esperienza di partecipazione e di cittadinanza attiva che può veramente essere il proseguimento della nostra azione.

Cogliendo l’occasione della presenza del sindaco, l’abbiamo invitato a tornare per concludere il ciclo di lezioni con un intervento sulla partecipazione, invito che ha accettato volentieri nonostante fosse un periodo “caldo” e denso di impegni.

La presenza insieme a lui di Daniela Ropelato ha dato ancora maggior spessore a quanto ascoltato, perché gli interventi intercalati dei due e le domande puntuali che Daniela rivolgeva al sindaco ci hanno proprio dato la sensazione di aver “chiuso il cerchio” di questo secondo anno.

Queste sono state se possiamo dire le lezioni ufficiali che sono sempre state aperte ad altri giovani e a persone della comunità e non solo.

Ma l’anno non è stato solo questo, perché nel frattempo è maturato il desiderio di costituire un’associazione che possa continuare a portare avanti il percorso intrapreso e possa essere un passaggio naturale verso un nuovo ciclo di lezioni per altri giovani.

Anche questa costituzione è stato un “percorso partecipativo” come siamo stati abituati a fare con questo gruppo di giovani che in prima persona hanno preso in mano l’associazione e ne vogliono portare avanti gli scopi. Anche questo ha richiesto uno studio approfondito aiutati da un avvocato nostro amico che ci ha seguito passo passo nella stesura dello statuto.

  1. LAssociazione ha lo scopo di formare ed avviare alla politica cittadini, ed in particolare giovani, ispirandoli al patrimonio di spiritualità, cultura e vita di Chiara Lubich per costruire una società fondata sul principio di fraternità, per una nuova cultura politica basata sul l’esercizio effettivo del metodo democratico.

 

Ci sembra come tutor che possiamo aiutarli ora a concretizzare le idee emerse anche se si sente la necessità di continuare la formazione e nello stesso tempo avviare un altro ciclo di scuola, perché niente di questo patrimonio vada perduto.

E’ passato un anno dal giugno 2012, quando il nostro gruppo ha deciso di vivere l’esperienza di IRIS. Pieni di volontà e di entusiasmo, avevamo senz’altro grande determinazione: tuttavia, ora si puo’ dire, forse nessuno immaginava quanto questo percorso avrebbe arricchito la nostra vita.  Credevamo infatti di seguire un corso di informazione e formazione civica, utile per avvicinarci alle istituzioni e all’esercizio politico, e in effetti così è stato; pero’, a conclusione del primo anno, oggi sappiamo che IRIS è molto di piu’.

Nel nostro percorso per prima cosa abbiamo imparato a capire davvero che cos’è la politica, sconvolgendo le nostre idee originali e quelle che la società ci impone e ci mostra attraverso i mass media.   I Greci del IV a.c lo sapevano bene: la “polis” è l’ambiente dove vivono  molti ( da “polùs” molto), dove gli uomini si riuniscono e si organizzano per affrontare e superare insieme gli ostacoli naturali e sociali, così da condividere i vantaggi della vita organizzata. Se allora come detto, la città è il luogo dei molti, fare politica significa occuparsi dei bisogni di tutti, nessuno escluso, innanzitutto conoscendoli.

E per fare questo  c’è bisogno  di uno strumento fondamentale: l’ascolto reciproco.  Le nostre lezioni e soprattutto i  laboratori sono stati svolti per allenarne ed affinarne l’uso .

L’abbiamo detto sin dall’inizio: siamo un gruppo plurale, composto da ragazze e ragazzi diversi per età e formazione. Tuttavia abbiamo sviluppato un metodo che ci ha permesso di costruire relazioni valide, per cui ascoltando le idee e i bisogni del singolo, siamo riusciti ogni volta a fare sintesi: un gruppo di individui, grazie alle relazioni  fondate sulla fiducia, è diventato una comunità attiva che partecipa cioè che “fa politica”.  Non è stato facile, anzi. Abbiamo conosciuto la fatica  di questo tipo di lavoro, che non si improvvisa, ma si impara: ecco perché siamo tornati tutti a scuola, ecco perché è nata IRIS .

Il nostro ruolo nella città, nella società  è ancora tutto da costruire, la strada da fare è ancora molta; questa scuola è come una palestra dove si allena il nostro agire, il nostro relazionarsi, il nostro dialogare, elementi fondanti della politica, per questo ci consideriamo “politicamente attivi”.

La democrazia è la forma di governo migliore, perché permette a tutti di partecipare  all’amministrazione  della cosa pubblica:  per questo motivo richiede  preparazione, ingrediente necessario perché ognuno possa dare il proprio contributo in modo consapevole. Il nostro impegno per il secondo anno  è condividere il  metodo “partecipato” con la città, perché alla terribile crisi economica si deve rispondere  sul piano culturale, coinvolgendo tutti.  IRIS è un laboratorio di partecipazione, come ci insegna Gaber, uno spazio di libertà.