Violenza e Fraternità

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1 Gennaio 2020

Udine 16 Agosto 2020,

La mattina del 4 Agosto 2020 un gruppo di falangisti armati di megafono e cellulari fa irruzione nel Consiglio Regionale del FVG per focalizzare l’attenzione sul grave problema degli immigrati, causa, secondo loro, di tutte le difficoltà del momento, non ultime della diffusione del Covid 19. Nella riunione del Consiglio, fra l’altro, si stava proprio parlando degli immigrati e di come “fermare o cercare di rallentare” la loro invasione soprattutto via terra, attraverso il Carso.

Il Dott. Honsell è stato insegnante universitario, Rettore dell’Università degli Studi di Udine, Sindaco di Udine per due mandati, ora è Consigliere di minoranza in Regione FVG, Gruppo Misto. Era presente in Consiglio all’atto dell’irruzione, e scrive un articolo sull’accaduto che appare sul Messaggero Veneto di UD del 7 Agosto 2020.

Nell’articolo si tralascia qualsiasi commento in merito al “come è potuto succedere”, sta di fatto che i falangisti, forti del fatto che uno di loro lavorava nella sede della Regione pur essendo dipendente di una cooperativa esterna, hanno fatto irruzione in pieno Consiglio obbligando i presenti ad ascoltare le loro farneticazioni.

L’articolo del Dott. Honsell puntualizza che questo gravissimo fatto è stato un vero attentato alla democrazia e alle istituzioni, alimentato da quell’antipolitica cavalcata da più di qualche partito, che ha abbandonato da alcuni anni il confronto dialettico con gli altri partiti, quel confronto che obbliga alla mediazione e quindi all’innovazione, al superamento del limite del pre-giudizio e del pre-concetto.

Si sofferma poi sui temi di fondo che hanno permesso ai partiti di destra sovranista di vincere la maggior parte delle elezioni in tutta Italia, individuando nei richiedenti asilo il capo espiatorio principale di tutti i mali perché sono “diversi” e questo fa paura. Così la destra sovranista divide nettamente in due la politica, in quella che come loro NON vuole gli immigrati e in quell’altra che invece li vuole, non volendo spiegare ai loro sostenitori che ci sono anche posizioni intermedie. L’articolo termina sulla frequente difficoltà nel trovare una soluzione politica a tutti i problemi, anche in termini internazionali, ma ogni soluzione deve essere comunque frutto di mediazione, di dibattito, non di intimidazione e di uso della forza. Paradossalmente sembra abbiano dimenticato, o lo usano solo in altri termini opportunistici, il detto “l’unione fa la forza” rifiutando quindi un serio dialogo con l’altra parte che invece potrebbe portare al raggiungimento del bene comune. 

Da questo articolo, qui molto sintetizzato, ho tratto spunto per una lettera di supporto e apporto a quella del Dott. Honsell, dove evidenzio che questa irruzione, questo attacco alla democrazia non può e non deve essere sottovalutato, come ha fatto invece lo stesso Presidente della Regione FVG.

Da alcuni anni la destra  sovranista sta cercando con tutte le forze, sfruttando ogni ricorrenza, di fare un pari fra la strage di Porzus e le foibe sul Carso da una parte e il ventennio fascista, i milioni di morti causati dalla II guerra mondiale, le torture afflitte ad italiani, ebrei, jugoslavi, greci, eritrei, la promulgazione della legge sulla razza, le deportazioni, gli stermini, i massacri di cittadini italiani inermi “colpevoli” di supportare i partigiani, dall’altro. Persone delle istituzioni si presentano alla commemorazione delle prime ma non alla commemorazione della Liberazione.

E’ più che ovvio che sia la strage di Porzus che quella delle foibe devono essere ricordate e condannate, ma i morti di queste due “vendette di fine guerra” non possono neanche lontanamente pareggiare quanto gli italiani stessi hanno inferto ad una parte della popolazione e ad altri popoli limitrofi e non, per causa di un solo uomo che a tutt’oggi è ancora visto da troppe persone come una specie di eroe.

In Italia è mancata un’azione di ricerca e punizione dei colpevoli, come il processo di Norimberga per i tedeschi, o come il processo di riconciliazione voluto da Nelson Mandela in Sud Africa, e i neofascisti hanno continuato a imperversare e dirigere altre stragi, a partire dalla Banca dell’Agricoltura di Milano, del treno Italicus, della stazione di Bologna, ed altre ancora. Non dimentichiamo che agenti dei servizi segreti, sempre di formazione fascista, da quanto riportato su molti Media, sono stati visti in occasioni del rapimento dell’on. Moro, della strage di Via d’Amelio e di chissà quante altre stragi che il nostro povero Paese ha dovuto sopportare.  Ed è colpa della Politica, tutta, soprattutto l’opposizione alla destra sovranista, minoritaria in UE, troppo frammentata, di non essere in grado di formulare persone con idee e principi chiari in grado di contrastare questa avanzata drammatica. Il linguaggio utilizzato da questa opposizione è troppo spesso complesso, inarrivabile per la maggior parte della popolazione che invece capisce benissimo i quattro dico quattro slogan urlati ad ogni comizio.

Ed è colpa della politica aver lasciato da sola l’ANPI a difendere la democrazia, contro la dilagante apologia di fascismo che ha invaso tutta la penisola.

Si avvicinano le elezioni e i partititi democratici dovranno assumersi una responsabilità in più che è quella di coinvolgere una maggiore fetta della popolazione votante convincendoli della forza del voto e della necessità di recarsi alle urne.

Il dott. Honsell ha infine replicato alla mia confermando che i crimini di guerra perpetrati dal fascismo sono ingiustificabili, che l’Italia ha inventato la guerra ai civili in Etiopia e in Spagna. Si commemorano gli alpini morti a Nikolajewka ma non si dice che questi, come tanti altri morti, furono inutili, provocati dalla guerra imperialista dell’Italia contro l’Unione sovietica. Si urla contro le foibe ma non si menzionano le atrocità commesse dagli italiani nella ex Jugoslavia.

Così come non si è mai voluto sapere chi c’è dietro le stragi avvenute nel nostro paese. Si vuole lasciare la popolazione nel buio, nella paura per non affrontare la verità che può essere molto dura e scomoda.

Ennio Taverna

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