Sergio Mattarella, ovvero: pensare politicamente
Il discorso di fine anno del Presidente sottolinea i principi, realmente vissuti dai cittadini, che garantiscono l’unità della Repubblica
Uno degli aspetti più distruttivi nelle relazioni tra le forze politiche nei Paesi democratici, è la frequente applicazione di un pregiudizio di superiorità morale nei confronti degli avversari. È vero che nelle democrazie è possibile – e necessario – esprimere apertamente differenze di ideali, di culture e di progetti, ma questo particolare pregiudizio non è compatibile, alla lunga, con l’esistenza di una comunità politica democratica.
Il discorso del 31 dicembre 2023 del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, pur nella sua brevità, è estremamente ricco. Tanto che, per entrare nei suoi contenuti, sembra utile attingere ad altri discorsi del 2023, nei quali i diversi temi sono stati maggiormente sviluppati. Vorrei approfondirne un unico punto, che riguarda però proprio le condizioni di sopravvivenza di una comunità politica e che il Presidente, verso la fine del suo ragionamento, esprime in questo modo: «L’unità della Repubblica è un modo di essere. Di intendere la comunità nazionale. Uno stato d’animo; un atteggiamento che accomuna; perché si riconosce nei valori fondanti della nostra civiltà: solidarietà, libertà, uguaglianza, giustizia, pace. I valori che la Costituzione pone a base della nostra convivenza. E che appartengono all’identità stessa dell’Italia. Questi valori – nel corso dell’anno che si conclude – li ho visti testimoniati da tanti nostri concittadini».