La fraternità in politica : la svolta di Torino
Se la fraternità diventa condizione dell’agire politico
Sabato 11 aprile 2015, nella Sala congressi della Regione Piemonte, si è svolto il convegno dal titolo Se la fraternità diventa condizione dell’agire politico promosso dal Mppu Piemonte con il coinvolgimento, fin dalla sua genesi, della Regione, della nascente Città Metropolitana, del Comune.In seguito ad un percorso di dialogo con il Mppu che prosegue da anni, negli ultimi tempi le tre istituzioni si sono interpellate in merito all’opportunità di inserire nel loro statuto il principio di fraternità; per la Città Metropolitana era partita una consultazione online cui abbiamo partecipato con una nostra proposta di emendamento.
Tutte le istruzioni coinvolte si sono fatte presenti con rappresentanti qualificati. Il Sindaco Fassino ha telefonato personalmente il pomeriggio precedente a Renato Damosso, annunciando l’invio di un proprio messaggio personale che sarebbe poi stato letto dall’assessore Lubatti.
Attraverso la relazione della Prof.ssa Daniela Ropelato si è ragionato su come attuare concretamente il principio di fraternità in politica. “Andare oltre le procedure”, “vivere la partecipazione” per ravvivare una democrazia “ancora da inventare”. Pensare alla fraternità in politica, significa secondo Chiara Lubich, non ragionare sull’orizzonte finale, ma prima di tutto vedere il percorso che facciamo tutti i giorni, dove mettiamo i piedi per la nostra azione politica.
Da questo ragionamento introduttivo, sono susseguiti interventi da parte dei politici presenti in sala.
Si è dato inizialmente ampio spazio all’esperienza del Comune e della Provincia di Asti che per prime hanno inserito il principio di fraternità nello Statuto; il Sindaco Brignolo, in modo appassionato, ha condotto i presenti attraverso le tappe, non tutte indolori, del percorso che li ha condotti al traguardo. Ha poi preso la parola il senatore Marino che ha parlato di realizzare concretamente la dimensione della fraternità, a partire dalla ricostruzione di un rapporto partecipato con i cittadini, creando una nuova concezione del bene pubblico. Il Consigliere Comunale di Torino Paolino che ha sottolineato come nel linguaggio della politica sia entrata la parola “territorio”, sostituendo così la parola “comunità” (e quindi il riferimento alle persone che ci vivono), parola, invece, molto più in evocativa del concetto di fraternità.
Ci si è poi allargati al più ampio discorso su quanto l’informazione, soprattutto in questo ambito, incentivi la conflittualità a discapito della cooperazione tra i vari schieramenti in favore del Bene Comune. “Quando vado in televisione mi dicono: Lei non possiamo invitarla” perché spesso in certi ambienti dell’informazione la sana amicizia con persone di altri schieramenti non viene apprezzata, ha affermato Leo, già consigliere regionale del Piemonte. Si è arrivati, poi, a focalizzare bene il concetto di fraternità, che secondo il consigliere comunale Muzzarelli significa non trascurare le diversità per essere “d’accordo su tutto”, “fraternità significa discutere”, “la fraternità è un modo per percorrere strade diverse per raggiungere un obiettivo comune”.
Come si accennava, una prima realizzazione concreta a seguito dell’evento di sabato è stata l’approvazione, il giorno 14 aprile, del principio di fraternità all’interno del nuovo statuto della Città metropolitana di Torino. L’art. 1 si conclude con l’impegno ad “assicurare il valore della fraternità quale condizione dell’agire politico, nella condivisa consapevolezza che la diversità è una ricchezza e che ogni persona, incaricata a svolgere ruoli politico-amministrativi nelle istituzioni, è chiamata ad anteporre il bene della comunità agli interessi di parte, sia personali che di gruppo e di partito.”
Ma non ci si vuol fermare qui, il Comune di Bra delibera la modifica allo Statuto il prossimo 22 aprile; inoltre il cammino della Regione e del Comune di Torino paiono già segnati; il sindaco Fassino, nel messaggio cui si accennava, diceva tra l’altro: “Condivido la vostra richiesta che la fraternità sia inserita tra i valori prioritari di ogni istituzione pubblica e nelle mie responsabilità opererò per questo obiettivo.” E perché non pensare ad una modifica in tal senso dei regolamenti parlamentari … ha ipotizzato nel suo denso intervento la giovane deputato Francesca Bonomo, per arrivare in futuro alla modifica della stessa Carta costituzionale?