Torino e Fossano: una scuola di partecipazione per giovani

news-dalle-scuole
30 Giugno 2015

 

PRINCIPI GENERALI

 Si tratta di scuole che appartengono al progetto del Movimento politico per l’unità, finalizzate a far conoscere, approfondire, con la vita e con il pensiero, alla luce del carisma dell’unità, la fraternità universale come categoria politica. Per questo ne fanno propri i contenuti, la metodologia e gli strumenti.

Il progetto accomuna tutte le scuole; esso nei vari continenti sarà sviluppato secondo le diversità culturali e le esigenze politiche del posto.

La denominazione stessa delle scuole che varia nei vari continenti rispecchia queste diversità:

– in Italia e in Europa si chiameranno “Scuole di partecipazione” con il preciso significato di rispondere all’esigenza di una riqualificazione della democrazia,

– in Argentina, Paraguay e Uruguay si chiamano “Scuole di formazione sociale e politica per giovani”

– in Brasile si chiamano “CIVITAS – Scuole per una cultura di cittadinanza”.

 

OBIETTIVI

 L’obiettivo generale è quello di contribuire a delineare una visione della politica al servizio all’unità della famiglia umana.

L’obiettivo specifico è quello di:

  • generare un laboratorio politico che trasmetta nella città uno stile democratico “fraterno”,
  • formare cittadini attivi capaci di partecipare, con discernimento democratico, in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e politica in cui sono immersi.

In aggiunta a questi obiettivi comuni a tutte le scuole, si individueranno obiettivi culturali specifici per continente, nazione, città che andranno precisati nella programmazione locale.

 IDENTITÀ

Le scuole sono inserite nella città o in un quartiere e  sono dirette a giovani di età dai 16 ai 30 aa, di diverse culture, diversi orientamenti politici, di qualsiasi condizione sociale.

Condizioni imprescindibili per la nascita di una scuola in una città sono:

  • l’esistenza del MppU nella città
  • la disponibilità di almeno due tutor per ogni scuola, idonei per vocazione e competenza
  • la formazione dei tutor da parte dei Centro internazionale e dei Centri nazionali.

METODOLOGIA

Riguardo alla metodologia, si considera portante il patto pedagogico, fondato sulla “Regola d’oro”, che coinvolge i rapporti tra gli studenti, la comunità docente[1], la comunità educativa[2]. L’accettazione di questo patto, che viene proposta all’atto dell’iscrizione, è condizione indispensabile per accedere alla scuola.

La modalità di apprendimento sarà di tipo cooperativo e comunitario (ricerca-azione che coinvolga paritariamente studenti, docenti e tutor) e caratterizzato dall’unità tra pensiero e vita (comunicazione-condivisione di esperienze concrete di testimoni credibili, learning by doing degli studenti nelle fasi laboratoriali sulla città).

Fanno parte integrante del progetto scambi culturali, continuativi, tra le scuole.

ARTICOLAZIONE DEI CORSI

 La durata della formazione è biennale: quattro moduli semestrali. Considerata l’alta mobilità dell’utenza giovanile per ragioni legate alla mutevolezza della loro condizione, si ipotizza la possibilità per gli studenti di iscriversi anche solo per un anno[3].

La frequenza consigliata è settimanale (da 2 a 4 ore, in unica giornata)[4].

Ogni anno si prevede un seminario nazionale riassuntivo e applicativo per tutti gli studenti.

Ogni due o tre anni si potrebbe ipotizzare una “summer school”, con corsi intensivi monografici da svolgersi anche in collaborazione con altre agenzie educative.

E’ prevista una valutazione del percorso dello studente[5] che terrà conto non soltanto delle conoscenze acquisite, ma anche dell’apporto al lavoro comunitario. Saranno parimenti oggetto di valutazione i lavori realizzati collettivamente al servizio della città[6].

E’ difficile prevedere dappertutto un riconoscimento legale dell’attestato conclusivo del corso, dati i diversi ordinamenti in materia dei vari Paesi e la diversità culturale di partenza degli studenti. Si potrà prevedere una libera organizzazione a questo riguardo: in qualche città è già possibile ipotizzare il riconoscimento del percorso della scuola come “crediti formativi” nel rapporto con l’Università locale.

Vengono utilizzati per il progetto didattico e per le comunicazioni tra le scuole tutti gli attuali mezzi di comunicazione.

 CONTENUTI

Riguardo ai contenuti sono indispensabili tre percorsi, che verranno contestualizzati paese per paese:

  • la spiritualità dell’unità[7], così come declinata in politica da Chiara e dal Movimento politico per l’unità;
  • la cultura politica ripensata attraverso il paradigma della fraternità universale[8];
  • il “percorso dentro la città” per scoprirne l’identità, imparare a conoscerne le diverse strutture e realtà (attraverso l’acquisizione di categorie di analisi) e in seguito poter pensare e realizzare un’azione che nasca in risposta ad un bisogno.

Per l’elaborazione del modulo sulla città si adotta una articolazione secondo la chiave di lettura dei colori (la individuazione delle risorse e delle ferite della città; la storia della città; l’economia, i rapporti, le politiche ambientali, sociali,  istruzione e cultura,…) aiutati in questo anche dal contributo di esperti di altre realtà dell’Opera[9].

STRUTTURA ORGANIZZATIVA

Per garantire e produrre i contenuti sono previsti comitati scientifici nazionali, composti di studiosi di diverse materie e politici (con un’esperienza politica di sintesi culturale tra vita e pensiero) che conoscano la dinamica trinitaria; fa parte di diritto il presidente del Centro nazionale del Movimento politico per l’unità nazionale.

Rappresentanti di questi comitati locali formano il comitato scientifico internazionale, cui partecipa anche il presidente del Centro internazionale.

I comitati si avvalgono inoltre della consulenza di esperti anche esterni al movimento, alla condizione che accentino di sottoporre il loro contributo alla riflessione comune.

Il comitato scientifico internazionale curerà con particolare attenzione il rapporto con l’Opera di Maria, attraverso i responsabili dell’ “indaco”, inoltre manterrà una continua relazione culturale con l’Istituto universitario “Sophia”.

Sarebbe auspicabile che ogni centro del Movimento politico per l’unità costituisca un’associazione nazionale o regionale del MppU, che aderisca all’ “Associazione internazionale MppU”, con specifico richiamo nello Statuto che renda esplicita l’appartenenza ad una dimensione internazionale della matrice del progetto[10].

Le Associazioni decentrate sono costituite dai membri dei Centri nazionali o regionali e dai tutor individuati per animare le Scuole che opereranno nel territorio nazionale o regionale[11].

L’associazione è importante perché è lo strumento per potersi presentare alle autorità locali ed aprire un dialogo qualificato e proficuo e per poter collaborare con altre agenzie educative.

 

  COSTI

Sarà importante far contribuire i giovani ai costi della scuola per coinvolgerli e impegnarli. Certamente questi contributi, pressoché simbolici, non saranno sufficienti per coprire le spese.

Appare quindi opportuno ricercare possibili fonti di finanziamento presso le sedi istituzionali locali, nazionali e internazionali, individuando i capitoli già previsti nei bilanci pubblici e privati e rispondendo ad eventuali bandi.

Ciò è motivato dal fatto che la singola scuola e il complessivo progetto culturale sono veri e propri “laboratori democratici” che integrano gli obiettivi di sviluppo delle rispettive comunità.

Elementi di novità delle scuole di POLITICA

del Movimento politico per l’unità

Lucia F. Crepaz

Tra i vari aspetti che qualificano le scuole del Movimento politico per l’unità, così come le abbiamo pensate con Chiara, mi pare che gli elementi caratterizzanti di questa esperienza, che attende tutti noi come protagonisti, siano in particolare quattro.

  1. Se si vuole avere un modo diverso di fare e di pensare la politica che parta da un rovesciamento di prospettiva (servizio personale, sussidiarietà, dialogo come metodo) bisogna arrivare ad una approfondimento di una antropologia diversa, curare i fondamenti antropologici (la concezione di sé e degli altri), l’interdipendenza globale, la necessità di tutti gli aspetti della vita nella programmazione di una politica adeguata (vedi superamento dello schema che vede importante solo l’economia …)[12].

E’ senza dubbio un modo nuovo di intendere la formazione politica, che porterà ad azioni politiche e allo sviluppo ulteriore di un pensiero politico nuovo, perché si innesta su persone nuove.

  1. La fraternità come novità da dare e da vivere come categoria politica, capace oggi di dare una categoria interpretativa ai problemi attuali che oggi vengono posti alla politica[13], inoltre denominatore comune tra le persone e come realtà che rivela la vocazione di tutti e di ognuno [ma di questo sai già dire moltissimo …]
  2. La programmazione di corsi tenuti da docenti di discipline curricolari tradizionali attinenti la politica e da docenti esperti anche a livello operativo di tematiche politiche (nell’amministrazione, nella legislazione: politici non solo per il fatto che sono politici, ma politici che nella loro attività si siano ‘fatte delle domande’! Questo aspetto appare necessario in particolare per dare sostegno all’esperienza che deve accompagnare la ‘scolarizzazione’ degli studenti.
  3. La ricerca dell‘unità tra docenti di discipline diverse, che accettano di verificare e condividere reciprocamente programmi e contenuti dei singoli corsi.
  4. un corso specifico sulla città che diventa parte integrante del progetto didattico, quindi da fare con la collaborazione delle istituzioni e con la città. Insieme a Sindaco, Assessori e personalità politiche appartenenti a tutti gli schieramenti, a rappresentanti dell’associazionismo, del mondo della produzione e del lavoro, della cultura, si studia la storia religiosa e civile della città, le sue risorse, i suoi problemi. Da questo dialogo con la città si pensa possano sorgere iniziative e progetti nella cui realizzazione gli stessi studenti potranno essere coinvolti. Per questa collaborazione col Comune e con la città, la scuola sarà un vero e proprio laboratorio civile.

 

[1] Si considera comunità-docente l’insieme degli educatori, professori e tutor.

[2] Si considera comunità-educativa l’insieme della comunità-docente e degli studenti.

[3] In Argentina, se in una città è in corso il secondo anno, gli studenti che si iscrivono possono inserirsi facendo un corso breve di “ingresso” sulla fraternità: la ‘comunità’ della scuola  accoglie i “nuovi” iscritti.

[4] Abbiamo sottoposto dei questionari ai giovani che hanno risposto in grande percentuale di preferire la cadenza settimanale.

[5] L’attestato di partecipazione terrà conto naturalmente della durata della frequenza.

[6] In Argentina per esempio hanno proposto di scrivere una “Lettera pubblica” da inviare ai mezzi di comunicazione su uno dei temi trattati nella scuola d’interesse per la città. E’ stata scelta, tra tutte, la lettera che più riusciva a rappresentare il collettivo.

[7] La denominazione può essere diversa “percorso etico-antropologico”, “cultura dell’unità”.

[8] Nel curriculum europeo si prevede il corso su “la fraternità in politica”.

[9] L’apporto di vari esperti delle inondazioni potrebbe essere valorizzato anche per la formazione dei tutor: formarli attraverso la “chiave di lettura dei colori” come metodologia: “come la luce si rifrange in sette colori, così la comunità umana si compone armonicamente di molteplici aspetti… la politica – il nero – abbraccia gli altri colori”

[10] Si fornirà lo Statuto dell’“Associazione internazionale del Mppu” per le associazioni nazionali o regionali, adattabile ed integrabile alle specifiche peculiarità della nazione o della regione.

[11] Agli studenti non si richiede all’iscrizione l’adesione all’Associazione come “soci” (le scuole sono realtà che nascono al servizio della città, non per autopromozione).

[12] In questa prospettiva noi proponiamo – come parte integrante – della formazione un corso di spiritualità, compatibilmente con le proprie scelte culturali o di fede. Vedi tu come e se dirlo, ma in qualche modo sarebbe bello dire, di prevedere uno scambio di esperienze personali sulle ‘materia’ per sperimentare a fondo la novità che sostiene la nostra politica, per vivere la fraternità anche come valore aggiunto della esperienza stessa della scuola.

[13] Qualcuno potrebbe chiedersi se non sarebbe più semplice continuare a parlare di solidarietà senza ricorrere al concetto di fraternità, termine molto meno conosciuto ed utilizzato in politica; la solidarietà ha già una sua storia e una sua coniugazione politica specifica. Bruno Mattéi, filosofo francese di Lille, sostiene: “Al contrario della solidarietà (gestionale e umanitaria), la fraternità è attenzione incondizionata all’altro e presuppone che la mia libertà non si possa realizzare senza la libertà dell’altro e che, a questo titolo, io ne sono responsabile.” Mattéi parla della fraternità come principio originario, più “solido” in relazione alla costruzione di una politica adeguata, che affronti la totalità dei problemi. E Gúrutz Jáuregui, docente di Diritto Costituzionale all’Università del Paese Basco, porta il discorso ancora più avanti, sostenendo che solo dalla fraternità possono nascere risposte adeguate alle sfide di oggi, per  es. per un diritto che sappia accogliere la diversità che convive ormai dentro i nostri paesi, superando, senza distruggerli il principio di nazione, di confine, di cittadinanza…