Giovani, lavoro e politiche familiari

notizie
21 Gennaio 2014

Nuovo appuntamento del Laboratorio Parlamentare su Giovani, Lavoro, Politiche Familiari attive

Palazzo MontecitorioDopo l’avvio dello scorso 26 novembre, sono stati individuati diversi possibili cantieri da attivare per approfondimenti nell’ambito del Laboratorio di Ascolto Reciproco e Condivisione. Il secondo appuntamento relativo al primo cantiere

RIFORMA DEL CREDITO E DELLE ATTIVITA’ FINANZIARIE. RISORSE PER IMPRESE E FAMIGLIE

si è tenuto il 21 gennaio 2014 presso la sede di ROMA CAPITALE, Via delle Vergini n. 18 (vicino a Montecitorio e a Galleria Sordi), al terzo piano, dalle 19 alle 21.45.

PROGRAMMA
Ore 19: Saluto del consigliere comunale di Roma, Fabrizio Panecaldo. Accoglienza e presentazione dei partecipanti a cura del Coordinatore nazionale Mppu, Silvio Minnetti.
Ore 19,10: Introduzione al tema del prof. Leonardo Becchetti, docente di Economia Politica all’Università di Roma Tor Vergata.

Ore 19,25: Presentazione delle domande–guida da parte del conduttore Carlo Cefaloni, giornalista della rivista Città Nuova

Ore 19,30: Interventi programmati di: On. Yoram Gutgeld del Partito Democratico, On. Guido Crosetto di Fratelli d’Italia, On. Giovanni Paglia di Sinistra Ecologia e Libertà, Alberto Ferrucci, presidente di Associazione Internazionale di Economia di Comunione, Gianni Bottalico, Presidente nazionale ACLI, Giacinto Palladino, segretario nazionale di Fiba-CISL, Gabriele Mandolesi, Associazione Economia e Felicità.

Ore 20,10: Interventi liberi dei parlamentari di M5S, SEL, PD, IDV, NCD, FI, FdI, Lega partecipanti e degli esperti presenti di Umanità Nuova, Associazione famiglie numerose, Forum Associazioni Familiari, Gioventù Nuova, AMU, Centro Studi sociali contro le mafie, Settimane sociali, GMU, AMU, AIPEC, CGIL.

Ore 21,30: Consegne del Laboratorio: atti parlamentari e verifica nel 2014.
Ore 21,40: Ore 21,40: sintesi del conduttore Carlo Cefaloni e del prof. Leonardo Becchetti.

 

TRACCIA PER I LAVORI

Premessa
Ogni proposta intesa a risolvere il problema occupazionale rischia di rivelarsi un esercizio retorico, senza poter contare su una leva finanziaria adeguata. La crisi strutturale dell’economia occidentale ha mostrato un sistema bancario in gran parte succube della speculazione e incapace di sostenere l’economia reale. È ormai diffusa, perciò, (cfr. il rapporto Liikanen, redatto per la Commissione Europea, e la recente approvazione della Volcker Rule negli Usa) la convinzione di tornare alla separazione netta tra banche commerciali e banche di investimento. Allo stesso tempo, vanno ridotte le eccessive dimensioni raggiunte da alcuni conglomerati bancari, di fatto non controllabili, che rappresentano un costante pericolo per il destino delle economie nazionali e non solo. La domanda centrale da affrontare è questa: è possibile riformare la finanza globale? e in che modo metterla più al servizio dell’economia reale?

Temi di discussione proposti

  • Il fiscal compact è una camicia di forza e ci impone uno sforzo di risanamento difficilissimo, che diventa quasi impossibile con politiche monetarie e fiscali UE non espansive, che aumentano il rischio di deflazione. Quali sono le politiche fiscali e monetarie ottimali per la UE per aiutare il riequilibrio dei paesi del Sud? E cosa possiamo fare per promuovere la loro adozione a livello comunitario approfittando del semestre italiano ?
  • Negli Usa la Fed mette al centro la riduzione della disoccupazione e ha ottenuto risultati lusinghieri, sia in termini di PIl, sia di incremento dei livelli occupazionali. Quale BCE vogliamo avere in futuro in Europa? Perché la UE non intasca il “dividendo monetario” della globalizzazione? Ovvero la possibilità di lanciare politiche di quantitative easing (creazione di moneta da parte della banca centrale) che non hanno effetti sull’inflazione, ma stimolano la domanda interna ?
  • Negli USA è stata approvata la Volcker Rule che limita in modo significativo l’attività speculativa delle banche di deposito (divieto di investire capitali propri in transazioni in borsa, investimenti in derivati e partecipazioni in hedge fund al di sopra del 3 per cento). Nella UE è stato fatto un passo avanti con la vigilanza unica europea, ma resta una domanda inevasa: come si può chiedere ai depositanti di pagare per le crisi bancarie, se le banche possono usare i loro soldi per fare trading in proprio? Il mondo del trading online si oppone fortemente ad un applicazione efficace della Tobin Tax (cfr. recentemente affossamento Bobba in Parlamento) ma il trading ad alta frequenza è un settore produttivo o un’attività che mette a rischio i patrimoni di famiglie, imprese, territori e paesi perché, come insegna la letteratura finanziaria, non si vince col banco e non si batte il mercato?
  • Come si propone di sconfiggere l’evasione ed elusione fiscale che, secondo le stime più accreditate, costano 1 trilione (mille miliardi) all’UE e 180 miliardi in Italia. Non si tratta di ostacoli invincibili. Mentre sulla piccola evasione si può agire sulla soglia del contante, le evasioni delle grandi imprese (stimabili in 60 miliardi) sono aggredibili con iniziative quali country by country reporting, beneficial ownership, scambio di informazioni tra autorità fiscali e criteri minimi di trasparenza fiscale come soglia per partecipare agli appalti. Quale impegno italiano deve essere assunto nel semestre UE su questi temi?
  • Sempre per porre un freno al sopravvento della finanza sull’economia reale, esistono alcune misure, come la proposta di legge popolare presentata il 5 dicembre 2013 dalla Fiba Cisl, intese a porre un tetto alle remunerazioni in misura fissa ed ai bonus ed incentivi del “top manager” delle imprese private e del mondo della finanza in particolare.  Tali emolumenti spropositati, paradossalmente in un tempo di stretta creditizia, si sono rivelati tali da incoraggiare l’assunzione di rischi eccessivi a danno delle Società di capitali, come casi eclatanti hanno dimostrato anche in Italia. Cosa ostacola l’adozione di tale normativa in Italia? Quali procedure si possono adottare per far arrivare in aula la discussione della proposta di legge popolare?