La testimonianza di Luigi Pisati
Luigi Pisati (19 gennaio 1943 – 12 ottobre 2023).
Luigi nasce e svolge tutta la sua vita a Soncino in provincia di Cremona, città murata, uno dei borghi più belli d’Italia. L’ambiente familiare umile e il momento economico degli anni della giovinezza, acuiscono in Luigi una particolare sensibilità per la giustizia sociale e un’attenzione per le famiglie e le situazioni più compromesse del suo paese nonché un’attenzione crescente per l’impegno politico. Suo padre, militante di partito, dapprima molto contrario alla sua candidatura nella lista della DC, si renderà conto delle sue capacità e lo sosterrà. Via via il loro rapporto diverrà sereno. Grazie ai suoi numerosi viaggi per lavoro in giro per l’Italia, a Pescara si imbatte per la prima volta nell’ideale dell’unità di Chiara Lubich: una luce che orientò la mia vita, così commentava nel 2019 in un’intervista.
Nel 1967 si sposa con Maria e dal loro matrimonio nascono Chiara, Mattia e Nicola. Nel 1970 Luigi si candida la prima volta per il consiglio comunale di Soncino e quando nasce Chiara, la primogenita, è già impegnato nell’amministrazione comunale. Per i Pisati sono anni difficili, fatti di impegni e di corse per star dietro a tutto. E con un unico stipendio le ristrettezze si fanno sentire. Il mattino parte presto per il lavoro e quando rientra rimane poco tempo per la famiglia: riunioni di partito, consigli comunali e incontri. Ricorda Maria, la moglie, che per rimediare almeno un poco alle serate solitarie, Luigi riesce a regalarle un televisore perché abbia un poco di compagnia e durante le assenze. La passione per la politica, sempre interpretata come servizio, lo porterà ad accettare l’incarico di Assessore. Sarà poi Sindaco di Soncino dal 1982 al 1985, a seguire dal 1991 al 1996 e dal 2000 al 2005 ed anche eletto nel Consiglio Provinciale di Cremona dal 1990 al 1995. Così in un’intervista ricorda gli anni dell’impegno in Amministrazione: “Dopo 40 anni di presenza continua nella politica attiva, seppur in diversi ruoli di maggioranza o di minoranza nel 2010 ho concluso quella che sembrava la mia ultima tornata Amministrativa: tante esperienze, tanti rapporti costruiti, errori, ma anche la certezza di essere andato a letto tutte le sere senza avere risparmiato nulla per la mia gente, per la mia città.”
Negli anni ‘90 è punto di riferimento dei politici di tutta la Lombardia orientati alla fraternità. Organizza momenti di incontro, di dialogo e confronto fra quanti si sentono chiamati a impegnarsi in politica. Anita Franceschini, ex consigliera comunale di Brescia, ricorda come Luigi fosse “… caparbio e integerrimo nella correttezza formale e informale, amico leale, sostegno presente, compagno di tante avventure. Ricordo quell’ insistente rilancio a lavorare con i politici che conosciamo e dall’altro lato a ripartire in modo continuativo con uno dei laboratori-fucina, per sperimentare, incarnare e radicare la fraternità in politica”. Luigi non perde mai occasione per dare una mano e sostenere questo impegno: in tante occasioni non esita a spostarsi laddove potesse essere d’aiuto con la sua esperienza, anche lontano dal suo territorio. A partire dai primi anni 2000, Luigi conosce seri problemi di salute: ai malanni del cuore colpito nel tempo da più di un infarto, si aggiungono, più tardi, quelli causati da un sarcoma che si manifesta dapprima alla testa, asportato chirurgicamente, e che poi si propagherà ai polmoni e sarà la causa della sua morte. Nel gennaio del 2001 a Roma gli viene proposto di raccontare ad un gruppo di parlamentari un tratto dell’esperienza di collaborazione con altri sindaci. Un passaggio del suo intervento: “È un cammino originale, perché ci chiede di guardare alle nostre appartenenze politiche non come ostacoli, ma come opportunità di dialogo, come risorse in più nella ricerca di risposte ai problemi dei nostri concittadini. Lavorare, quindi, non per difendere interessi particolari, ma gli interessi delle nostre comunità locali come parte dell’unica famiglia umana. Il nostro programma di riferimento costante è la fraternità e su questo punto ci troviamo uniti anche se abbiamo dietro le spalle esperienze diverse, che per qualche aspetto potrebbero sembrare contrastanti. Un impegno motivato alla luce del pensiero di Chiara Lubich che definisce la politica come amore degli amori, perché la risposta alla vocazione politica è anzitutto un atto di fraternità: non si scende in campo, infatti, solo per risolvere un problema, ma si agisce per qualcosa di pubblico, che riguarda gli altri, volendo il loro bene come fosse il proprio.
Un altro esempio è il rapporto con le minoranze, con cui stiamo cercando di impostare un lavoro diverso, perché sono parte ed espressione della realtà in cui viviamo, ed è solo nel dialogo fra maggioranza e minoranza che si esplica la rappresentanza politica dei cittadini. In consiglio comunale questo si traduce fornendo ai gruppi di minoranza tutti gli strumenti perché possano lavorare il meglio possibile, prendendo subito in considerazione interrogazioni e interpellanze (senza lasciarle depositare come spesso succede), rispondendo seriamente e non pressappoco, e soprattutto mettendo a disposizione tutta la documentazione necessaria per affrontare nei dettagli i vari problemi.”
Nel 2020 a Soncino si vota per il rinnovo dell’Amministrazione. Luigi, deciso a continuare a dare il suo contributo, matura con alcuni concittadini la spinta a rimettersi in gioco come candidato Sindaco. I percorsi della vita però si svelano cammin facendo e a marzo, durante una visita di controllo emerge l’aggravarsi della salute. E l’orizzonte del suo impegno cambia come ci ha raccontato: “C’era ancora spazio per pensare alla mia candidatura? Mi convinsi che il percorso delle cure non poteva fermare l’altro e così, mentre facevo al meglio la parte del paziente, iniziai a coagulare le persone più disponibili intorno ad un progetto da proporre agli elettori alle prossime elezioni”. Lavorerà per fare da collante, creare fiducia e in un clima nel dialogo riesce a mettere assieme le diverse anime per una lista unitaria del centrosinistra e lasciare il testimone per una concreta alternativa alla sua candidatura: mantiene così costante, pur nella malattia il ruolo di cittadino attivo, coerente con il monito che spesso ripeteva: “l’unica carica da cui non ci si può dimettere è quella di cittadino, ognuno deve dare un contributo alla vita della propria città”.
Proprio per la sua passione alla fraternità in politica negli ultimi anni è entrato a far parte del Centro regionale del Movimento politico per l’unità della Lombardia. Sempre presente agli incontri, con sapienza e arguzia riesce a far superare agli altri componenti il centro regionale le inevitabili incomprensioni, e le fatiche che la vita insieme comporta. L’autoironia era a Luigi congeniale, ma senza mai scivolare nella banalità. Anche nella malattia sapeva raccontarsi con levità, senza far pesare le sue fatiche: non si è mai autocommiserato tanto che chi non conosceva il suo stato di salute non lo avrebbe mai detto che fosse malato seriamente. Dalle testimonianze dei suoi oppositori politici e di chi gli è succeduto nella carica di primo cittadino della città, emerge che Luigi, pur nella diversità di posizioni – che portava avanti con convinzione e determinazione -, abbia agito concretamente per una politica fraterna. Sul quotidiano La Provincia di Cremona, gli esponenti della parte avversa così gli rendono omaggio. Per il coordinatore di Fratelli d’Italia è stato “un amministratore competente che nel periodo in cui ha governato ha saputo portare risorse e dare pregio al nostro amato Borgo. Una sua dote di ascolto e interazione schietta, senza pregiudizio alcuno, con tutte le forze politiche locali opposizione comprese. Come sindaco, non ebbe nessun pregiudizio e su nostro invito venne come ospite alla serata di presentazione del Circolo di Alleanza Nazionale ‘Giorgio Almirante’ di Soncino».
Per L’ex sindaco Forza Italia “è stato un avversario, con cui ho avuto scontri anche feroci. Un uomo molto capace sul piano politico e amministrativo. Quando gli sono subentrato, come sindaco, mi ha reso la vita difficile. Anche per questo ho avuto sempre grande considerazione di lui. Penso davvero che sia stato un bravo sindaco. Eravamo poi divenuti amici”. Per l’ex sindaco Lega: “la nostra è sempre stata una battaglia fatta di grande lealtà. Per la nostra coalizione è stato anche difficile confrontarci con lui, perché ogni volta interveniva con cognizione di causa. Era sempre motivato, dimostrava sempre di sapere di cosa si stesse parlando e sapeva come incalzare. I rapporti umani sono sempre stati cordiali, anzi amichevoli”. Nell’omelia funebre il parroco, don Giuseppe Nevi, ha sottolineato quale fosse il radicamento ideale di Luigi: “la resurrezione è davvero simbolo di mondo nuovo e fraternità civile, è qualcosa che unisce e va oltre gli schieramenti. Io credo che Luigi abbia incarnato questo ideale. Non soltanto nella forza della sua fede ma anche nella vita di tutti i giorni, nel suo saper mediare, pur attraverso il suo punto di vista, difendendo quei valori eterni di comunione su cui la società si fonda e di cui oggi, più che mai, ha grande bisogno”. E, aggiungiamo, sempre con il sorriso sulle labbra.
Grazie Luigi!