Marco Fatuzzo, politico dell’unità
	

“Una persona capace di entrare nella tua pelle, ascoltare, dare spazio e, solo dopo, offrire il suo contributo”. Così un amico ha definito Marco.
“Oggi la politica nelle nostre democrazie occidentali, si ritrova in una crisi profonda, direi sostanziale, che coinvolge il suo senso stesso. Chi vuole occuparsi di politica si trova alle prese con problemi complessi e nessuna formazione. La società vive una insicurezza di futuro che attraversa molti strati sociali, anche chi una volta era socialmente sicuro: oggi basta perdere il lavoro o averne uno precario, basta una malattia cronica o grave, una lunga vecchiaia, per cadere dentro la povertà. E i partiti, dal canto loro, occupano e appesantiscono le istituzioni, e non riescono più a svolgere la loro funzione di mediatori delle istanze sociali.”
Una breve sua analisi di qualche anno fa ma oggi non è cambiata l’immagine della società. Ma Marco sapeva dare anche soluzioni e proporre progetti per dare speranza soprattutto alle nuove generazioni.

“L’esigenza vera è invece quella di lavorare per produrre un vivaio popolare e democratico, fecondo da se stesso, che produca cittadini che sappiano coniugare i verbi della democrazia; funzionari come efficaci mediatori tra istituzioni e società; diplomatici capaci di lavorare per la propria patria dentro il destino comune di tutti i popoli; politici che, nati dentro la società, sappiano ridare senso ai partiti, presidi necessari alla democrazia.”
Non bastano queste poche righe per dare una pennellata ad una personalità così grande che ha fatto proprio il paradigma della Fraternità in politica di Chiara e ha dato la sua vita per diffonderlo. Ci proviamo con alcune sue uscite pubbliche ricche di sapienza e luce anche per oggi.
