Nel centenario di Chiara Lubich continua il cammino della Fraternità in politica

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2 Aprile 2020

 

Un non-convegno dopo numerose tappe in rapporto e al cuore delle Istituzioni. Nasce l’idea di costituire al loro interno la figura dei “facilitatori”, incaricati di seguire l’applicazione del principio di fraternità inserito negli Statuti. Per i cento anni di Chiara ad Asti si era progettato un evento presso l’Aula Magna dell’Università, con Autorità, politici, due Vescovi (titolare ed emerito), associazioni, studenti e cittadini. Data fissata il 28 febbraio. Poi è arrivata la serrata e abbiamo dovuto annullare. L’evento è diventato così un “non-evento”.

Ma già nei giorni precedenti ci eravamo trovati a ringraziare Dio per quanto era avvenuto durante l’organizzazione di questo non-evento. Per noi si trattava di ricordare Chiara continuando un percorso che negli anni, attraverso varie momenti, aveva portato Asti ad inserire nel suo Statuto (prima città in Italia) il principio di fraternità quale fondamento dell’agire politico (19.02.2015). Questo esito era stato preceduto da varie tappe, promosse da Mppu Piemonte e ispirate dal forte invito lanciato da Chiara stessa al Teatro Regio di Torino nel 2002. Ricordiamo che nel 2010 in una di queste occasioni era intervenuto come relatore lo stesso Vescovo di allora (oggi emerito), sul tema “E’ possibile la fraternità in politica?”.

Il momento forse più determinante di questo percorso fu un convegno del 2014 sulla fraternità come condizione dell’agire politico, che ebbe al centro l’importante intervento della Prof.a Daniela Ropelato (anche per questo eravamo contenti di poter avere nuovamente lei come relatrice per l’evento di quest’anno). In quel convegno fu il Sindaco stesso ad abbozzare l’idea che il principio di fraternità (così “dimenticato”!) potesse essere esplicitato nella Carta fondamentale della città. L’idea si realizzò l’anno seguente. Non è cosa facile che un Consiglio Comunale prenda lo Statuto della città e lo vada a modificare o integrare, tanto più nella parte dei principi fondamentali. Si tratta di coinvolgere l’intera assemblea, in particolare attraverso il dialogo con i capigruppo di tutte le diverse forze rappresentate. Il Mppu si mise a servizio di questo cammino. Un cammino costellato di tanti rapporti personali… alla fine fu uno degli stessi capigruppo a formulare il testo che venne poi inserito, all’unanimità, come comma 1bis dello Statuto: “(Il Comune di Asti ) considera il valore della Fraternità quale condizione dell’agire politico, nella consapevolezza che la diversità è una ricchezza e che ogni persona eletta in questa istituzione è soggetto a cui riconoscere pari dignità e rispetto, ed è quindi chiamata ad anteporre il bene della comunità agli interessi di parte, di gruppo e di partito”.

Sull’esempio di Asti analoghe integrazioni ai loro Statuti fecero Bra e Torino, e il comma venne altresì recepito nei nascenti statuti della Provincia di Asti e della Città Metropolitana di Torino. Ogni volta questo avvenne su iniziativa di politici in dialogo con il Centro regionale Mppu e in reciproca collaborazione. Nel 2016, proprio come riconoscimento per quanto attuato, la città di Asti ricevette il premio Chiara Lubich, assegnato dall’associazione “Città per la Fraternità”. Con queste premesse prese vita l’anno successivo un altro importante momento: durante la campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Comunale, su proposta del Mppu, si organizzò un incontro pubblico di tutti i candidati a Sindaco. L’incontro si svolse in un’atmosfera di dialogo ben lontana dai normali accanimenti pre-elettorali: al centro del tavolo il Sindaco uscente aveva posto il trofeo del premio Chiara Lubich e vi aveva posato accanto la sua fascia tricolore. Al termine i candidati chiesero loro stessi di sottoscrivere un documento che si era preparato come proposta per l’incontro, impegnandosi ad una competizione rispettosa e costruttiva e ad includere il comma della Fraternità nel loro programma elettorale e di governo. Il fatto venne ripreso dai mezzi di comunicazione. Ma soprattutto fummo lieti di constatare, attraverso episodi particolarmente significativi, che vari candidati diedero concreta attuazione a questo impegno. Ecco, questi alcuni elementi del ” tesoretto ” con cui si è affrontata la preparazione del non-evento del 28 Febbraio 2020.

Anche in questa occasione abbiamo incontrato, informato e invitato amministratori, politici, dirigenti dell’Università e delle scuole superiori, il Presidente della Provincia, dell’Amministrazione cittadina, oltre ad incontrare il Sindaco, anche questa volta abbiamo voluto contattare personalmente i diversi capigruppo. Ed è proprio durante questi incontri che è emersa l’idea di creare la figura dei “facilitatori”, cioè punti di riferimento all’interno del consiglio comunale o provinciale con il compito di avere attenzione e favorire la coniugazione del comma della Fraternità. Così è stato con il presidente della Provincia: oltre ad essere d’accordo sulla nomina dei “facilitatori” all’interno del suo Consiglio, si è fatto promotore dell’invito al Convegno a tutti i sindaci della Provincia attraverso un messaggio personale. Anche i due Vescovi hanno aderito e il “nuovo” avrebbe portato il saluto ufficiale.

Il consigliere Vittorio Voglino, già Sindaco e deputato, formulatore nel 2015 del famoso comma, aveva preparato un ricco e stimolante intervento. Tutta la parte organizzativa di questo non-evento è stata vissuta in unità con la Comunità locale. Le Gen 3 avevano preparato un bellissimo disegno da porre all’entrata del salone. Di tutto questo cosa rimarrà? Ci siamo chiesti… non sappiamo.

Sappiamo con certezza che il coronavirus non potrà uccidere il virus della fraternità seminato da Chiara, anzi. Rispetto a prima ci sono molte più persone con ruoli importanti nella società ad essere consapevoli di questo percorso. E rispetto a prima c’è questa proposta dei “facilitatori” della fraternità nelle Istituzioni. Mi piace riportare quanto ha scritto al riguardo l’amico Spirito Oderda, che ha condiviso tanta parte del nostro cammino: “Mi sembra di constatare che ci sia lì ad Asti un germe di esperienza comunitaria tra politici diversi che non possiamo non considerare con attenzione. Anche la proposta di istituire nei consigli comunali dei “facilitatori” della fraternità, idea già condivisa da diversi dei componenti, mi pare debba essere vista con riguardo: sia innanzitutto perché è nata dal dialogo con loro, sia perché in effetti sarebbe molto significativo che dei Consigli che hanno inserito la fraternità tra i principi fondanti del loro agire avessero una figura condivisa delegata a far sì che questo principio non venga contraddetto o nuovamente “dimenticato” (consideriamo ad es. che già da tempo sono state istituite per vari ambiti del vivere sociale figure di “garanti” con il compito di assicurarvi la dovuta attenzione)”. Chissà se questa figura, che è ancora solo nelle intenzioni, potrà trovare un giorno attuazione? … certo con questa proposta Asti si conferma ancora una volta come uno stimolante laboratorio della fraternità nelle Istituzioni.  E allora lascio per ultimo questo pensiero personale:

Ho 78 anni, le bombe del Coronavirus cadono sempre più vicine . Quello che ho nel cuore è solo di mettere al sicuro questo piccolo pezzo di vita.

Renato Damosso – Mppu Piemonte