Servire con amore la società

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18 Novembre 2024

Castel Gandolfo 9 novembre   Convegno “Chiesa volto di speranza”

 Servire con amore la società: la 50^ Settimana sociale di Trieste

 “AL CUORE DELLA DEMOCRAZIA. PARTECIPARE TRA STORIA E FUTURO” 

Intervento di Argia Albanese 

“L’ unità dei diversi è l’esperienza più sorprendente di cui raccontano già le prime comunità cristiane ritratte negli Atti degli Apostoli. Rileggere quella storia ci fa riscoprire di quanta parità, confronto, gioia, abbiamo ancora oggi bisogno”.  E’ l’incipit del Documento preparatorio della 50 settimana sociale dei cattolici italiani che si è svolta a Trieste nel luglio scorso. Sono le parole che tracciano le coordinate di quella che sarà una profonda esperienza sinodale, promossa dalla Chiesa italiana, che ha coinvolto e sta coinvolgendo, nella sua continuazione, oltre i mille delegati presenti e i 5000 partecipanti negli eventi pubblici, tanta parte della società italiana.

Esperienza spirituale, relazionale, culturale.

Parità, confronto, gioia. Ascolto e approfondimento del “qui ed ora”, del nostro tempo: interrogarci sul nostro essere comunità di credenti nella più vasta comunità sociale, non tanto per proporre ricette identitarie o buone decisioni ma per riscoprire la vita sociale e quindi politica come storia e trama di relazioni umane. Riscoprire la partecipazione, non come impegno gravoso di responsabilità per proclamare la nostra verità, ma gusto di pensare insieme, gioia di ascoltare nella reciprocità l’altro diverso da me, di riconoscerci innanzitutto donne e uomini del nostro tempo, quindi cittadine e cittadini, immersi nelle contraddizioni e nei drammi del nostro tempo ma marchiati indelebilmente dalla consapevolezza della fraternità universale che scaturisce dall’incontro con l’annuncio evangelico.

Il tema: “Al cuore della democrazia”. La sfida di fondo: “occhi nuovi per leggere la democrazia”. Perché questa scelta?

Ce lo spiegano bene alcuni passaggi degli interventi iniziali di mons. Renna, presidente del Comitato scientifico, del cardinale Zuppi, di Elena Granata, vicepresidente del comitato.

“Se la democrazia è in pericolo e c’è disaffezione alla partecipazione si sottrae spazio anche ai valori che promanano dalla persona umana…. La dottrina sociale ed in particolare la “Fratelli Tutti” ci spingono sulla necessità di recuperare la visione di una identità comune fatta di legami sociali e culturali”. Per affrontare la crisi della democrazia e non cedere alle sirene di un populismo che può mettere a rischio la coesione sociale. “Crediamo in quel dialogo sociale che è una via di carità che permette alla Verità di entrare nel cuore e nel linguaggio degli uomini del nostro tempo”. (mons. Renna). “Il cattolicesimo italiano dal 1907 ad oggi non si è fatto ridurre ad un intimismo individualista ma ha sentito come propri i temi sociali… La pace e lo sviluppo non sono beni conquistati una volta per tutti, richiedono un” amore politico”…Non c’è democrazia senza un “noi”(Cardinale Zuppi).

“…Oggi la sfera pubblica e politica appare impoverita e svuotata di senso…Ma qui vogliamo mettere a fuoco l’Italia che c’è, che partecipa, che innova, che rischia, quella che sta nel mezzo” (Elena Granata).

I  principali contenuti emersi:

La partecipazione popolare è il motore della vita democratica, che ha bisogno di energia e di manutenzione. Ha dei benefici, produce coesione sociale, ma costa fatica e richiede un investimento sulla formazione.

La Democrazia non è tanto questione di processi o meccanismi di voto ma di tessitura di legami sociali, di qualità nelle relazioni orizzontali di cooperazione e in quelle verticali di sintesi e coordinamento.  La domanda di politica che pure emerge nel nostro tempo è domanda di senso ad un futuro da pensare insieme.

Il percorso

Percorso preparatorio nelle diocesi e nelle realtà territoriali, finalizzato a riflettere sulla democrazia a partire dalle proprie esperienze ( gruppi ,associazioni, comunità religiose, cooperative….istituzioni). A questo percorso abbiamo partecipato sia nei territori che nella città di Trieste. Ascoltiamo l’esperienza della nostra comunità di Trieste con un video di Lucio e Rita Torelli.

I lavori della Settimana

Due momenti particolarmente intensi: l’intervento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nella giornata introduttiva e quello del Santo Padre nella giornata conclusiva.

Del rischio di una” democrazia a bassa intensità” ha parlato il presidente della Repubblica, ricordando che al cuore della democrazia vi sono le persone, le relazioni e le comunità. E che la democrazia non è mai conquistata per sempre. “Immaginate la crisi della democrazia come un cuore ferito” ci ha detto Papa Francesco, e ancora:” la democrazia richiede sempre il passaggio dal patteggiare al partecipare, dal fare il tifo al dialogare.”  “Partecipare affinché la democrazia assomigli a un cuore risanato.”

Ma quale è stata la nostra esperienza come persone impegnate in politica che vogliono portare la cultura dell’unità in questo mondo?

Come Movimento politico per l’unità ci siamo sentiti interpellati in prima persona da questo evento, partecipando alle iniziative delle chiese locali ma promuovendo anche   nostri momenti di riflessione.  Il tema della partecipazione democratica e della qualità della democrazia è costantemente presente nell’esperienza del Mppu fin dalla fondazione di questa rete, avvenuta per opera diretta di Chiara nel 1996, che ci ha affidato in particolare l’impegno a far vivere nella politica il principio della fraternità, innanzitutto vivendolo nel dialogo tra di noi, e assumendolo a paradigma di ogni azione politica, a partire dalle piccole esperienze di politiche pubbliche locali. Negli anni si è sviluppato un percorso di studio promosso dall’Istituto universitario Sophia sul tema della Fraternità in politica, implementato anche nella proposta della Co-governance come metodo di partecipazione responsabile nel governo delle città.

Ecco perché abbiamo avvertito questo evento, con il tema “Al cuore della democrazia” come il” nostro” evento. Esprimiamo, ancora, un sentimento di profonda gratitudine alla Chiesa italiana per aver fatto una scelta coraggiosa e profetica ponendo la “questione democratica” al centro di una riflessione che coinvolge la comunità ecclesiale in quanto comunità civile ma che interroga profondamente la politica, dilaniata e delegittimata da polarizzazioni estreme che ne erodono il senso più profondo e le radici.

Possiamo affermare di aver vissuto una esperienza collettiva di approfondimento, di comunione di intelligenze, di apertura verso l’umanità per capire come essere sempre più al servizio di essa. Per circostanze provvidenziali, delegati dai nostri responsabili della zona Italia a seguire il percorso preparatorio, abbiamo potuto vivere una esperienza di relazione e di dialogo in particolare con le altre associazioni laicali. Questa esperienza ha avuto alcune tappe significative tra cui:

– un dibattito a Trieste agli inizi di maggio, aperto alla città, sul  contributo che possiamo dare come credenti oggi al nostro Paese. Qui abbiamo sottoscritto insieme un documento sulla pace che abbiamo inviato a tutti i candidati alle Elezioni Europee;

-il dialogo e il confronto tra di noi nella Settimana di Trieste, in particolare per raccogliere i contenuti emersi più strettamente legati all’attualità politica (tema delle riforme istituzionali) con la produzione di un documento condiviso da tutti, pur avendo sensibilità molto diverse che abbiamo diffuso alle forze politiche.  A testimonianza di questo percorso il presidente dell’Azione Cattolica italiana ci ha inviato un suo saluto. Certamente il dialogo tra le associazioni laicali non è nato con questa esperienza perché si è sviluppato negli anni nella Consulta nazionale delle Aggregazioni Laicali e in quelle diocesane e si è espresso in tante iniziative, per la pace in particolare.

Ci sembra, però, che abbiamo fatto un ulteriore passo in avanti in questa esperienza di dialogo vero entrando più nel vivo delle questioni politiche che sono centrali per il declinare i valori fondamentali della convivenza sociale: pace, diritti, libertà, solidarietà.

Forse abbiamo capito con maggiore consapevolezza la bellezza di lavorare insieme per  portare il nostro contributo di comunità di fede, come lievito, alla rigenerazione della vita democratica. Perché la democrazia, ci siamo ripetuti spesso, è un bene prezioso da custodire ma essa è anche la premessa e la condizione per sviluppare liberamente la vocazione alla fraternità e all’unità.

Jesùs Moran nel suo intervento al nostro convegno “Per una democrazia delle relazioni” ci ha sottolineato che la democrazia” è ben più di una formula di traduzione del consenso popolare in scranni parlamentari. E’ una idea politica ma…porta con sé la promessa di rendere tutte le donne e gli uomini ugualmente partecipi alla costruzione del loro destino”. D’altronde se il destino del cosmo è l’unità, come Chiara ci ha insegnato, questa si può realizzare solo con il concorso di tutti nella costruzione della realtà sociale.

Ecco perché la politica non è una componente accessoria del carisma dell’unità (ma noi potremmo dire per tutta la comunità dei credenti).

Al centro di questa spiritualità la politica pulsa come l’aorta principale: essa ha il compito di irrorare l’intero corpo sociale, la famiglia umana, della linfa della comunione e della reciprocità”.

Il percorso della Settimana sociale continua con iniziative che anche in questo anno giubilare si moltiplicheranno nelle diocesi e nei territori: ci impegneremo a parteciparvi con la consapevolezza di essere in vocazione con la dimensione sinodale e missionaria della Chiesa.

Ci lasciamo con l’augurio che il Santo Padre ha rivolto ai partecipanti al termine del suo discorso:” Vi auguro di essere artigiani di democrazia e testimoni contagiosi di partecipazione”.

Video dell’intervento
Servire con amore la societa Argia Albanese 9nov2024