La priorità è dare stabilità ai governi
Dopo l’articolo di Iole Mucciconi che ha offerto una prima visione della proposta avanzata dal governo Meloni sul cosiddetto premierato, pubblichiamo un contributo di merito nel dibattito aperto alle diverse posizioni riguardo ad una riforma che sarà al centro del confronto parlamentare e nella Società. «È meglio un parlamento alterato nella sua rappresentanza ma efficace nell’affrontare i problemi del Paese, che un parlamento fedelissimo al voto espresso ma inefficace»
Dopo il flop delle riforme istituzionali portate avanti da Matteo Renzi, concluse con il no dei cittadini al referendum confermativo del 2016 sulla riforma costituzionale e il successivo no della Consulta alla legge elettorale ad essa collegata, anche questo governo ha lanciato la propria proposta per una nuova forma di governo.
I principali obiettivi sono gli stessi di Renzi e di tutti quelli che hanno provato a riformare il sistema: dare stabilità all’esecutivo, possibilmente per un’intera legislatura; avere subito dopo le elezioni politiche una maggioranza certa tra i partiti o le coalizioni che si sono presentati alle elezioni, senza alleanze post-elettorali e senza governi tecnici o di “larghe intese”; evitare i cosiddetti “ribaltoni” durante una legislatura; favorire una sana alternanza, con possibilità per gli elettori di giudicare un governo in base ai risultati raggiunti, comparati col programma elettorale, e tutto ciò qualsiasi sia la coalizione di governo.